domenica 4 gennaio 2015

Lo Sport che vorrei

Questa estate ho guardato molte partite femminili di calcio e pallavolo.
Da ex giocatore di pallore* e da (purtroppo) ex sportivo, mi sono soffermato sulle differenze tra il Calcio* e gli altri sport.
Innanzitutto non userò mai la parola Sport minore. Se lo Sport venisse visto da un punto di vista economico, a parte il Calcio, sarebbero tutti sport minori. E se venisse visto da un punto di vista morale? Lascio a voi la risposta. Dicevo, avendo lasciato il Pallone per motivi di salute e di Voglia, in modo molto spontaneo ho osservato con attenzione le differenze.

Descriverò la Pallavolo perché è su questo sport che mi sono soffermato, visti gli orari. Si è svolto nel 2014 il Campionato mondiale di pallavolo femminile. Senza fronzoli, cominciamo dal pubblico. Un pubblico educato, giovane e caloroso. Mi rendo conto che questi tre aggettivi senza ulteriore filosofia attorno, possano ai vostri occhi non rendere l'idea, ma immaginate un dirigente di Serie A di calcio che legge queste parole, il suo ego inizierebbe quantomeno ad avvertire un leggero fastidio.
Ho seguito l'Italia ovviamente. Anche qui ci sono state delle sorprese. Sorprese per me che non seguo la pallavolo, ma che per gli addetti ai lavori saranno certamente cosa nota. E io, voglio renderla nota ai miei lettori:
Una Nazionale di quattordici titolari su quattordici elementi, cioè di alto valore tecnico.
Sarò pure un ex giocatore di pallone ed un ex sportivo, però lo Sport in un modo o nell'altro lo seguo sempre e capire tecnicamente se un atleta è bravo o meno nella sua disciplina non è così complicato.
Il saluto delle due squadre, quando ci si avvicina alla rete e da una parte all'altra ci si scambia una breve stretta di mano, sia all'inizio che alla fine della partita, cosa che avviene anche nel Tennis, può sembrare un gesto banale, ma non lo è. Basta guardare un mondiale intero per capire che non esiste esasperazione o vero e proprio odio né sugli spalti, come intuibile dalla descrizione espressa prima, né in campo e di certo più gesti, superficialmente banali, a mio parere, indirizzano un comportamento durante tutto l'evento. Chi segue il calcio maschile sa benissimo che il gesto del saluto iniziale è seguito da caviglie annerite dalle contusioni a fine partita, fischi costanti ed insulti.
Ogni punto un'esultanza matta. Nel calcio, ormai anche a livello da partita serale tra amici al campetto di calcio A5, è uso comune non esultare alla realizzazione di un goal. Come se il calcio non fosse fatto proprio per raggiungere quell'obiettivo. E non è Mario Balotelli, l'ennesimo bello e dannato televisivo, ad aver fatto scuola, è così da almeno una ventina d'anni. Nella pallavolo di oggi i punti da raggiungere sono venticinque. È stato stupefacente vedere Valentina Arrighetti o Cristina Chirichella esultare per ogni singolo punto fatto, da loro, da Valentina Diouf, quelle che mi hanno colpito di più, o da chiunque fosse, in una squadra di quattordici titolari su quattordici.
Il fine partita. Oltre al Mondiale seguo ora le partite della Serie A Femminile di pallavolo ed il fine partita è sempre una festa coi tifosi. Ecco, negli stati italiani di calcio, trenta minuti prima della fine della partita i tifosi ospiti vengono invitati a restare nel settore loro dedicato fino a che non si è autorizzati ad uscire per evitare che le due tifoserie avversarie si incontrino.
La Rai deve rischiare di più. Della Nazionale italiana di pallavolo, solo la semifinale del mondiale è stata trasmessa in diretta su Rai 2. Tutte le altre partite sono state trasmesse su RaiSport 1 o RaiSport 2. Sappiamo benissimo che l'avvento del digitale non ha ancora portato tanto pubblico ai "canali non classici", per questo motivo la Rai avrebbe dovuto, parere del tutto soggettivo, portare da subito il Mondiale italiano di pallavolo nei tre canali abituali. Quella è la vetrina, e solo perché il pubblico aumentava giorno dopo giorno, la Rai ha trasmetto la semifinale su Rai 2.
Il calcio ha un fascino, una attrattiva e una storia, molto particolari. Non è facile neanche a me spiegare come mai abbia attirato ed attiri così tanto, ma gli altri sport stanno man mano crescendo e se si provasse per un periodo di medio termine, potrebbe portare alla crescita di sport che vedono un interesse in periodi determinati come Olimpiadi o fasi finali di campionati mondiali che subito decresce. La formula uno, il moto mondiale, hanno avuto sì personaggi trainanti come Ayrton Senna e Michael Schumacher o Valentino Rossi, ma è anche vero che, nel caso specifico, Fininvest (ora Mediaset) ha dato spinta a degli sport appannati (Formula uno) o poco attraenti negli anni '80-'90 e solo in un secondo tempo esplosi.
L'unica cosa che possiamo fare noi sportivi è parlarne tra di noi, forse prima o poi qualcuno ci sentirà.

Non posso spiegarvi neanche questa affermazione ma è così. Non so se resterò ancora lontano dal Pallone, ma è stato e resterà qualcosa che in un modo o nell'altro ha sempre fatto parte della mia vita e potrebbe tornare a farne parte perché un amore, primo o ultimo, non si scorda mai.


*= Per i paesani e i V.I.P., è da considerarsi calciatore
solo chi ha giocato dalla terza divisione in poi. Non chiedetemi
perché, non saprei rispondervi.